Come hai scoperto la figura del PO?
Da tecnofilo. Cercando su internet, leggendo articoli (soprattutto in inglese)
ed esperienze di altre persone nella mia situazione. Ho così scoperto che
esistevano dei professionisti in grado di guidarmi.
Perché hai deciso di rivolgerti ad un PO?
Perché tutto quello che avevo provato in passato non aveva funzionato.
Ho letto guide e provato da me ma avevo bisogno di una persona che mi
costringesse a fermarmi dalla vita frenetica, che mi aprisse gli occhi e che
mi dicesse da dove cominciare.
Come è stato lavorare con un PO?
Semplice e lineare. La prima cosa che ho capito è che il mio disordine
mentale non mi permetteva di analizzare bene il disordine di casa. La
prima parte, fondamentale, è stata rispondere alle domande di Francesca e
preparare un piano ben preciso. Da quel momento in poi la strada è stata in
discesa.
Sei soddisfatto?
Si. La sensazione finale è stata “Ma è facile!”. Il che mi ha permesso nei mesi
successivi di portare avanti il processo in autonomia. Non mi aspettavo in
un giorno di risolvere ogni problema di casa ma di poter riapplicare più
volte da solo gli stessi concetti appena imparati. E’ lì la vera forza del lavoro
con un PO.
Lo consiglieresti? Perché? A chi?
Si lo consiglierei a chi, come me, ha una vita frenetica che l’ha portato a
trascurare l’ordine di casa propria e a dargli una priorità troppo bassa.
Esistono modi per lavorare in autonomia ma è spesso necessario quel calcio
d’inizio per evitare di fare errori fin dall’inizio. Vedo il PO un po’ come il
Personal Trainer dell’ordine: non è necessario seguirlo per tutta la vita ma
insegna ad ottenere quei primi piccoli risultati su cui costruire tutto il resto!
G.P.R. Ingegnere single, da poco terminata una convivenza, con un cane in casa, 40 anni